Il consumo di prodotti biologici regge nonostante la crisi economico-finanziaria e a confermarlo sono gli ultimi dati del Rapporto Bio Bank. Dal 2008 al 2011 i gruppi di acquisto solidale (Gas) sono quasi raddoppiati, passando dai 479 del 2008 ai 742 del 2010. Nell’arco di tre anni i Gas sono aumentati del +55% soprattutto nelle regioni settentrionali.
In testa ci sono Trentino Alto Adige, Marche e Valle d’Aosta, in base alla densità della popolazione, mentre Emilia-Romagna e Lombardia in termini assoluti. Si tratta di un dato significativo che evidenzia come il biologico risponda al bisogno di sicurezza alimentare ma anche alla protezione dell’ambiente e della biodiversità, a modelli etici di lavoro oltre che alla tutela delle tradizioni locali.
All’interno dei gas, il biologico non è solo merce, ma acquista un valore etico e sociale. “I gruppi di acquisto solidale nascono tra famiglie, tra amici, dentro le università e nelle aziende, per l’acquisto di prodotti biologici ed ecologici, ma anche per investire nel fotovoltaico piuttosto che per condividere terreno da coltivare o per attivare le buone pratiche del riciclo”.
Sul territorio italiano, la vendita diretta nelle aziende agricole e gli agriturismi sono gli operatori più diffusi, anche se è l’e-commerce che segna una crescita maggiore, pari al +38% dal 2008 al 2010. In quest’ultimo caso, le tre regioni leader per numero assoluto di siti virtuali sono l’Emilia-Romagna, con 23 siti, seguita da Lombardia con 19 siti e Puglia con 18.
Se poi guardiamo alla diffusione del biologico su scala nazionale, tenendo conto della classifica per numero assoluto di operatori bio, si conferma la tripletta Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana, con le prime due a pari merito. In particolare, l’Emilia-Romagna primeggia in quattro tipologie di operatori (aziende con vendita diretta, mense, mercatini, e-commerce), la Lombardia è in testa in tre (gas, ristoranti, negozi). Mentre la Toscana si conferma la regione con la maggiore concentrazione di agriturismi.
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