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YURTA

La yurta è un’abitazione mobile adottata da molti popoli nomadi dell’Asia tra cui mongoli, kazaki e uzbeki.
Nonostante dalla seconda metà del XX secolo la Mongolia si sia fortemente urbanizzata, più della metà dei Mongoli continua a vivere nelle proprie abitazioni tradizionali sia che si tratti di nomadi di campagna o di abitanti di città e villaggi.


Sin dai tempi più antichi le yurte sono costituite da uno scheletro di legno e una copertura di tappeti di feltro di lana di pecora; sono di dimensioni e aspetto variabili, a seconda della cultura che le adotta.

Il vantaggio di questo tipo di abitazione è che può essere smontata, spostata e assemblata in un tempo relativamente breve: si adatta quindi bene a uno stile di vita nomade.


L'interno contiene molti letti che servono da sedie durante il giorno, un armadietto, una tavola bassa su cui si posa il cibo. L'unica apertura è la porta d'entrata che è sempre rivolta a sud, la zona accanto è riservata al letto del capofamiglia, mentre i lati sono destinati a figli. Vicino all'ingresso si trova anche la zona cucina. Una copertura apribile in cima alla yurta consente di far uscire il fumo del braciere. Gli eventuali ospiti sono alloggiati solo nella zona opposta all'ingresso, cioè sul lato nord.
Nelle yurte mongole si trova spesso un otre in pelle che contiene latte di giumenta fermentato: se ne produce un formaggio, oppure lo si usa liquido (Aïrak).

Nella civiltà della yurta, questa ha un valore simbolico molto importante, più importante che la abitazione ha nella civiltà occidentale. La visita a una iurta implica un rigoroso rituale protocollare, considerato rispetto, civiltà, ed educazione. Se una persona entra nella iurta, specie se di un capo, senza seguire questo rituale, può essere considerato un incivile ed un irrispettoso, e subire dure conseguenze.

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